Noi tessili - Il sonar: disfatta finale

 

Se vi ricordate da $cliente vicino$ si stava tentando di rendere operativa la $macchina del giudizio universale$


Con il deplorevole risultato che il "moltiplicatore di velocità" costringe alla presenza di un operatore che fa solo "sorveglianza", tentando di adeguare la velocità della calandra a quella del Sanfor, compito non facile anche in assenza di altri problemi.


Un primo tentativo di montare un sonar come sensore di lunghezza dell'ansa del tessuto ha permesso di scoprire che il sonar era mal collegato "assieme al", invece di "al posto del" moltiplicatore di velocità.


Un secondo tentativo col sonar ha dato esiti scadenti, come già descritto.


E allora il nostro "ufficio tecnico" ha l'ennesima "grande idea"


Siccome il cliente lo ha già pagato, il sonar, e non possiamo toglierlo, adesso mettiamo un rullo flottante, a formare una bella ansa di tessuto, e coassiale col rullo mettiamo una piastrina di lamiera, che faccia da superficie riflettente al sonar


Detto fatto!


Il quarto tentativo si è arenato di fronte a pochi fatti incontrovertibili:

1) il cliente non vuole cilindri, rulli o ballerini a pesare sul tessuto, perché ha pagato una tecnologia contact-less, non robe che si usavano nei decenni passati.

2) Un rullo con una lamiera di target pesa di più di un rullo senza, allora tanto vale mettere un normale ballerino con un normale sensore elettromeccanico, pesa di meno, sforza di meno e costa di meno, oltre ad essere più affidabile.

3) se non ci si mette delle guide a tenerla orientata, la lamiera che fa target per il sonar si gira alla prima occasione, e il riflesso non torna indietro alla testa captante del sonar.


Dopo l'ennesima brutta figura la nostra squadra d'assalto torna nuovamente mesta, e si studia la prossima mossa, questa volta risolutiva.


Abbastanza a breve si è pronti per il quinto tentativo...


Se vi state chiedendo quanto è durata tutta l'operazione: non lo so!

La storia era già cominciata prima della mia assunzione e non era ancora terminata dopo tre anni, quando me ne sono andato.


Eccoci quindi al quinto tentativo.

 

Stavolta si sono messi dei tiranti in fune d'acciaio che tengono guidata la piastrina riflettente, e si è inglobato il tutto in una "scatolatura" in lamiera verniciata, per evitare che $cliente vicino$ veda che il sonar viene usato come un semplice ballerino

 


Esito: ennesimo fallimento


probabilmente le pareti della "scatolatura" facevano "loro" un riflesso al segnale del sonar, impedendo una misura corretta.


Esito finale (e risolutivo):


$prode cavaliere$ va per l'ennesima, e mi sembra di ricordare ultima, volta da $cliente vicino$, rimuove la scatolatura, aggiunge un sensore elettromeccanico al ballerino e mette un selettore che permette di scegliere se usare il sonar oppure il sensore elettromeccanico per la regolazione delle velocità.


Esito:


Ha eseguito il collaudo con inserito il sensore elettromeccanico classico (per chi se ne intende: un volgare potenziometro del volume della radio, e non sto scherzando) e la macchina andava


alle richieste di $cliente vicino$ $prode cavaliere$ ha affermato di non saper usare il sonar, e che non avrebbe saputo come far andare la macchina.


Se poi, negli anni successivi, siano riusciti a far andare il sonar non lo so, ma $prode cavaliere$ ne dubita.


E con questo sono finite la storie di $il gatto e la volpe associati$, perché manca una sola trasferta al cambio di lavoro, e questa trasferta è già stata raccontata: è la storia del fusibile in Brasile.
Dalla prossima volta narro le disavventure presso la $d3D$, ma magari qualche rimasuglio salta fuori...

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